Stress, stati d’ansia e attacchi di panico

Innanzitutto facciamo chiarezza sui termini stress, stati d’ansia e attacchi di panico.

Sono parole che  ormai  sono entrate nel nostro gergo comune  a volte abusate e usate in modo confuso e improprio. Fare chiarezza e individuare in modo consapevole il problema e le sue manifestazioni, può essere molto utile per poterlo affrontare e prendersene cura individuando aspetti funzionali che sono serviti al nostro adattamento e quelli disfunzionali che ci portano ad avere l’esigenza di cambiare.

“Il termine inglese stress, che significa propriamente “sforzo” al contempo indica, nell’uso corrente, tensione nervosa, logorio, affaticamento psicofisico, e anche il fatto, la situazione che ne costituiscono la causa (fattori stressanti)” . (Enciclopedia Treccani)

La nostra società manifesta, a tutti livelli (familiari, sociali, lavorativi, culturali, economici), grandi aspettative sulle prestazioni e impone la soddisfazione di richieste, che riguardano l’essere e il fare e  che ci tengono proprio “sotto sforzo”.

Immaginiamo le donne: devono essere mamme , lavoratrici, mogli, magre, belle e tutto possibilmente alla perfezione, non contemplando limiti e errori. Questo atteggiamento lo abbiamo verso tutti, anche verso i nostri figli  che svolgono infinite attività tutte al fine di imparare e produrre qualcosa.

Una tale pressione ci costringe a elevati livelli di affaticamento e logorio/stress che diventano, molte volte, dannosi per il nostro organismo  e  ci allontana da noi stessi e dai nostri bisogni .

Quando siamo sotto stress infatti, l’attenzione è spostata fuori di noi, alla soddisfazione delle richieste esterne mentre, ci dimentichiamo completamente di prenderci cura della nostra persona. Questo è utile qualora viviamo una situazione di emergenza: ad esempio  il capitano di una nave che sta affondando, non può sicuramente ascoltare un “certo languorino”del suo stomaco  determinato da molte ore di digiuno, ma sarebbe fortemente dannoso per il nostro organismo se ogni giorno ci sentissimo come capitani di una nave che affonda.

Avere a che fare con elementi stressanti e avere la capacità di sostenerli ed affrontarli  è comunque funzionale alla sopravvivenza e alla soddisfazione dei propri bisogni e dei progetti esistenziali. Eliminare ogni fonte di stress significa avere una vita priva di stimoli, senza obiettivi, statica, deprimente.

È necessario trovare un equilibrio tra l’adattamento alla società e alla vita e l’esigenza fisiologica ed esistenziale di prenderci cura di noi stessi  scegliendo di fermarci, concedendoci la possibilità di non essere perfetti, di non pretendere l’impossibile da noi stessi.

Ansia: “Stato di agitazione, di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza, attesa di qualcosa.” (Treccani)

Fondamentale per conoscere l’ ansia  e comprendere le sue sfaccettature è differenziarla dalla paura. Quest’ultima è riferita a un oggetto, a qualcosa di specifico e attiva a un comportamento funzionale alla sopravvivenza (fuga-attacco-difesa). L’ansia invece è uno stato che vede l’intera persona, a livello fisico e psicologico, coinvolta in una condizione di emergenza, di allarme senza un oggetto specifico o qualcosa che effettivamente sia pericolosa e quindi senza la vera possibilità di reagire con un comportamento adattivo. Questo stato di allarme quindi può perdurare nel tempo lasciando la persona in uno stato di tensione e di disagio sul quale si possono presentare sintomi specifici che caratterizzano la sintomatologia ansiosa. Insonnia, disturbi dell’alimentazione, difficoltà a gestire l’aggressività, tic, balbuzie e più in generale sintomi psicosomatici, attacchi di panico e fobie specifiche sono solo alcune delle forme che la nostra condizione umana in questo tempo e in questa cultura genera per far fronte alle difficoltà dell’esistenza.

L’attacco di panico, invece, viene così definito: “Un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti:

  1. palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
  2. sudorazione
  3. tremori fini o a grandi scosse
  4. dispnea o sensazione di soffocamento
  5. sensazione di asfissia
  6. dolore o fastidio al petto
  7. nausea o disturbi addominali
  8. sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
  9. derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
  10. paura di perdere il controllo o di impazzire
  11. paura di morire
  12. parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
  13. brividi o vampate di calore”.

L’individuo può vivere l’esperienza di attacco di panico in alcune particolari situazioni (agorafobia- claustrofobia ecc.) oppure all’improvviso senza una condizione particolare. L’episodio può essere un unico  o ripetuto nel tempo  spesso, in ogni caso, implica la ridefinizione della vita di un individuo attraverso l’evitamento delle situazione ansiogene o associate alla crisi, la riduzione drastica di autonomia e fiducia in se stessi.

In Italia, negli ultimi tempi circa 5 milioni di persone all’anno, sono ricorse all’uso di psicofarmaci e in particolare a tranquillanti e ansiolitici, per  placare i sintomi ansiosi.

Tuttavia l’uso degli psicofarmaci non può essere la soluzione né la strada per il benessere in quanto eliminano il sintomo ma non risolvono il problema alla radice, anzi bloccano il processo di attribuzione di significato di questi segnali fondamentali per comprendere il malessere di una persona.

Paragoniamo il nostro organismo ad un’automobile e il sintomo ansioso alla spia della benzina. Immaginiamo che lo psicofarmaco eliminando il sintomo (spia della benzina) blocca la possibilità di comprendere il problema alla base (la mancanza di benzina) di dargli voce e di intraprendere una strada di cura e risoluzione (il benzinaio e il rifornimento).

A nostro parere è possibile dare voce, comprendere il significato dei sintomi ansiosi all’interno della storia personale di ciascuno di noi attraverso il sostegno psicologico e la psicoterapia intesa come cura dell’intera persona e non solo una parte di essa.

Nasce da qui la nostra esigenza di promuovere  conoscenza, interesse e sostegno per queste difficoltà attraverso l’organizzazione di seminari informativi e di approfondimento, l’attivazione di un gruppo di ascolto e sostegno e la diffusione, in collaborazione con la Farmacia Alfani e la rete di specialisti, di una cultura del benessere.

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